Cari amici,
è la PENTECOSTE, cinquanta giorni dopo la Pasqua?

Non è possibile staccarla e dimenticarla dall’insieme del percorso pandemico in svolgimento. Erano rimasti impauriti e sconvolti i primi chiamati di Gesù, anche per la sua visibile ripartenza per il Regno di Dio.
Ad eccezione della Madre, un po’ tutti gli altri, incapsulati dentro personalismi, ambizioni, precedenze di vanità varie, rimanevano ristretti, bloccati, preoccupati più di sé che non del progetto loro affidato. Come improvviso dono, secondo la promessa non ricordata, scoppiò la Pentecoste! Vento, fuoco, forza, lingue visibilizzarono l’Amore Infinito per la pace piena sulla Terra.
E…, oggi? La nostra Pentecoste rivive nelle odierne situazioni una chiamata e un dono di pace, mai smentita. Mi permetto di suggerire un rinnovamento nella risposta, permeata della ininterrotta invocazione:

Manda il tuo Spirito, e saranno creati.
“Emitte Spíritum tuum, et creabuntur” .
E sarà rinnovata la faccia della terra.
“Et renovábis faciem terræ”.

Al terremoto fragoroso di allora, oggi impiantiamo insieme, certo con decisione, ma con altrettanta umiltà, disponibilità e mitezza, una sinfonia della “semplicità” nella vita quotidiana. Respirare con il vento, rincuorarsi con il fuoco, lasciarsi spingere dalla forza, intessere ad ogni costo la pace. La vita che il Signore ha dato per noi, finalmente sia condivisa generosamente con la vita di chiunque altro nelle concretezze più piccole di ogni essere umano.

Lo Spirito Santo vuole agire efficacemente, più di prima, in questo apparente “silenzio-pandemico”.

Lo Spirito Santo con i suoi sette doni, (Sapienza, Intelletto, Consiglio, Fortezza, Scienza, Pietà e Timor di Dio) illumini i vostri cuori e le vostre menti.

A presto!
Vostro, don William